Il 15 marzo del 1937 l’anima di Howard Phillips Lovecraft lasciava questo mondo a favore di spazi immensi e inesplorati, ma la sua poetica dell’orrore cosmico risuona ancora forte fino a noi, e ad ogni lettura continua a sorprenderci per la potenza incontrastata della sua visione.
Rinascimento Lovecraftiano
A ottantaquattro anni dalla morte, la sua opera ha raggiunto un sostanzioso pubblico di lettori italiani; ha ottenuto l’attenzione di quasi tutti i grandi editori, con innumerevoli versioni, pubblicazioni ed edizioni dei suoi racconti; e, cosa più importante, il suo genio si è visto tributare i meritati onori, per via di quel rinascimento Lovecraftiano iniziato nel 1990 grazie all’intuito del grande e mai abbastanza celebrato Giuseppe Lippi. A lui dobbiamo la pubblicazione dell’Opera Omnia che dai quattro volumi iniziali, è ora stata trasfusa in un unico tomo, che noi Lovecraftiani conserviamo come un tesoro prezioso in uno scaffale dedicato della libreria.
Paura
“La più antica e potente emozione umana è la paura. E la paura più antica e potente è la paura dell’ignoto” diceva Howard Phillip, che niente affatto solitario, ebbe in dono dalla sorte, a parziale risarcimento per un’oggettiva problematicità esistenziale, un’inconsueta attività onirica – disturbante senza alcun dubbio, ma anche generatrice di mondi – e un immaginario così multiforme, da consentirgli di lasciare ai posteri una quantità impressionante di materiale scritto e di elaborare una filosofia (il suo cosmicismo), una cosmogonia, e un’inquietante teogonia.
Pantheon
Il suo pantheon di divinità distingue tra i Grandi Antichi, guidati da Cthulhu, e gli Dei esterni, ancora più terribili, guidati da Azathoth, che cieco e indifferente al destino degli universi che ha generato, vomita blasfemie dal centro degli abissi del tempo.
Lovecraft come nessun altro, è capace di risvegliare e rimescolare le nostre paure ancestrali; di smuovere l’atavico terrore che si attiva in noi in presenza di un’alterazione delle leggi naturali; di lasciarci privi di difese, nella nostra insignificanza di fronte all’enormità del tempo e dello spazio di cui siamo solo occasionali ospiti. In fondo, se si sgretola davanti ai nostri occhi ciò che abbiamo sempre dato per eterno e immutabile, cosa potrà salvare?
Oltre ai racconti, vi consiglio vivamente la sua “Teoria dell’orrore – Tutti gli scritti critici” recentemente pubblicata da Bietti in un’edizione corposa e ricca di contenuti. Scoprirete la sua vena di saggista, e di indagatore del soprannaturale.
*Il titolo si rifà ad un’attivissima pagina FB https://www.facebook.com/hplovecraftitalia/posts/il-culto-vive/